Èbello sentir parlare di “vita breve”, ma solo se si tratta della brillante opera musicale di Manuel De Falla. Se si tratta, invece, della nostra vita reale, allora le tonalità cambiano di colpo ed entriamo in un pentagramma molto doloroso. Sono infatti “dolenti note” alla maniera dantesca e i dati più recenti lo confermano in maniera impietosa. Viviamo sempre di meno, i nostri tempi si accorciano sensibilmente. Incominciamo dal traffico napoletano. Tre giorni all’anno ci vengono bruciati e sottratti da ingorghi, code, intasamenti. Un traffico che ha la velocità di un funerale (!) e che non fa prigionieri. Un assessore comunale promise di asfaltare la via Lattea per rendere così più fluida la circolazione. Dubbio: era solo una boutade? *** Il peggio però è già venuto. L’aspettativa di vita diminuisce, a Napoli e in Campania ancora di più rispetto agli ultimi anni. Ora cinque mesi di vita in meno per le donne e due mesi e mezzo per gli uomini. Poca, o nessuna, soddisfazione c’è nel fatto che le donne sono tornate ad essere il sesso debole e gli uomini quello “forte” (un dato puramente illusorio…). C’è allarme per tutti. Non diceva Hemingway che quando la campana suona, suona sempre per tutti? *** Un suono che viene dal passato. Già alcuni anni fa scrupolosi dirigenti della sanità pubblica avvertirono che,in Campania ma soprattutto nell’area napoletana ora diventata Città metropolitana, per le condizioni generali in cui si era costretti a vivere, si smetteva di esistere almeno due anni prima rispetto alle altre regioni,per esempio il Trentino Alto Adige dove le politiche di prevenzione e per la qualità della vita non erano soltanto annunciate, ma pienamente realizzate. *** Il dramma dei bambini. Abbiamo i problemi che sembrano un ossimoro: da una parte la denutrizione, dall’altra l’obesità. C’è ancora il primato della mortalità nel primo anno di vita e delle malattie proprie della prima infanzia. Eppure, sulla carta c’è una rete ospedalieropediatrica tra le più diffuse,ma molti pensano che esista solo come ammortizzatore sociale per sostenere un sistema sanitario che cura ben poco la salute pubblica. E i bambini ne sono le prime vittime. A Palazzo San Giacomo qualcuno pensò: perché non si nomina Erode assessore all’infanzia? *** I costi. In Italia, il sistema sanitario assorbe ogni anno 111 miliardi. La Regione Campania, nella sua prodigalità, vi destina il 70 per cento del proprio bilancio. Ma sembra prendere corpo la “rivoluzione” annunciata dal presidente De Luca: tutta la rete ospedaliera sarà radicalmente riorganizzata superando storici ritardi. In quanto tempo? Entro il 2017. Che sia l’anno che porterà fortuna? *** Risanamento ambientale. Le ecoballe non sono montagne statiche e non staranno più là dove si sono formate. Entro maggio ci diranno addio e prenderanno la via dell’estero dove verranno smaltite: Romania, Bulgaria e Spagna. I viaggi costeranno 70 milioni. Dobbiamo rassegnarci. Disse una volta Enzo Biagi che “se ne vanno sempre i migliori”. Vanno via le ecoballe, ma restano ben ferme al loro posto le più pericolose balle: le tante di cui diversi amministratori fanno un uso a dir poco bulimico. Ora ci promettono che la raccolta differenziata, dai piedi di Pilato dove attualmente si trova, salirà al 65 per cento. Che abbiano inventato finalmente un ascensore speciale? *** Pace fatta fra cielo e terra. San Gennaro ha “firmato” l’accordo con la Curia. Lui ha firmato con il sangue del suo recente miracolo. Anche la Curia avrebbe usato un inchiostro speciale. Accordo fragile o duraturo? Il Patrono ha puntato i piedi: appartengo alla Città e a tutti i napoletani. Eventuali contestazioni non più nelle aule del Tar terrestre, ma direttamente nel più alto dei cieli quando ci sarà il Giudizio Universale. E senza fretta perché anche la giustizia divina ha i suoi tempi lunghi.
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