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Gli anglicismi più brutti divertono il Telegraph

di Elysa Fazzino

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10 settembre 2008

«Gli italiani votano per le parole inglesi più brutte» entrate nella lingua di Dante: lo segnala il quotidiano britannico Telegraph, dando notizia del sondaggio proposto dal sito internet della società Dante Alighieri, che ha chiesto ai propri visitatori di indicare la parola straniera più inopportuna nell'uso quotidiano della lingua italiana, scritta o parlata. In testa alla classifica c'è "il weekend", seguito da "ok" e da "welfare". Poi ci sono "briefing", "mission", "location", "bookshop", "devolution", "know how", "privacy", "shopping" e perfino "computer".
Certi anglicismi hanno a che vedere più con l'inglese maccheronico che con la lingua di Shakespeare. Il Telegraph lo fa notare con un pizzico di ironia. «Da "il weekend" a "lo stress" a "le leadership", sempre più gli italiani cospargono le loro conversazioni con termini inglesi»: alcuni - osserva il quotidiano - sono «comicamente storpiati» o «suonano bizzarri» all'orecchio di un inglese autoctono. Espressioni che a noi italiani sembrano scontate appaiono strane all'orecchio dei sudditi di Sua Maestà, ad esempio «baby parking» per denominare l'asilo nido o «baby gang», «costruzione più sinistra» per indicare un gruppo di giovanissimi criminali.
Ma gli italiani non sono i soli a farsi contaminare dall'inglese. I francesi per anni si sono arrabbiati per l'incursione dei termini anglosassoni nelle frasi di tutti i giorni (e – per inciso - in parte sono riusciti ad arginare il fenomeno: oggi quotidianamente dicono "ordinateur" invece di "computer" e "logiciel" invece di "software"). «Ora tocca ai loro vicini a sud delle Alpi». Come per i francesi con il loro "Franglais", «gli italiani buttano lì parole inglesi a volte per apparire persone di mondo e cosmopoliti, altre volte per descrivere cose leggermente aliene rispetto alla mentalità italiana, da "il fitness" a "full immersion training" ».
Ad ogni modo, la società Dante Alighieri ha detto «basta!» (in italiano nell'articolo del Telegraph): ha esortato gli italiani a respingere i termini anglosassoni d'importazione, il cosiddetto l'"Anglitaliano" e di tornare alla vera lingua italiana.
Il mondo degli affari (o del business, per usare un anglicismo) e quello della politica hanno introdotto l'uso di molte parole straniere, da "premier" a "question time" a "bipartisan". Nel sondaggio della società Dante Alighieri non sono mancate segnalazioni che le hanno giudicate inopportune.
Tra le parole inglesi regolarmente usate dagli italiani che invece sono sfuggite alle ire di chi ha partecipato al sondaggio ci sono "sexy", "webmaster" e "water" (quest'ultimo decisamente meno imbarazzante del termine italiano "gabinetto a sciacquone").
«Italiani uniti contro il weekend», ha dichiarato la società sul suo sito, chiedendo più rispetto per la lingua italiana. Ma gli italiani, nota il Telegraph, difficilmente si faranno influenzare da queste esortazioni.

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