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Gli  anglicismi inopportuni e incomprensibili

21/04/2020 da Sergio Casprini

Il mistero inglese (dei ministeri)

Paolo Di Stefano Corriere della Sera 21 Aprile 2020

Tra sciatto e presuntuoso. È il linguaggio ufficiale che si accompagna al coronavirus. Raramente rispettoso del cosiddetto «fruitore» che abbia voglia di capire. E io sfido l’italiano medio a capire che cos’è il «data breach» annunciato nel portale Inps: «Comunicazione in merito al data breach»! Infatti l’accademia della Crusca lo definisce «un anglicismo inopportuno e incomprensibile». «Violazione dei dati» sarebbe meglio, anche se non è così chic e ha l’indiscutibile svantaggio di essere chiaro. Chissà cos’è che spinge un tg a parlare del «timing» dell’epidemia. E il governo a precisare quanti milioni andranno spesi per i «device» scolastici. Chissà cos’è che spinge un ministero a mettere in rete un «video tutorial» su come affrontare il «lockdown» e come evitare il contagio da «droplet». E cos’è che suggerisce a un altro ministero di lanciare lo «smart working», ormai assimilato dai più ma facilmente sostituibile con «lavoro agile», come ha osservato sulla «Lettura» il linguista Francesco Sabatini. Il mistero (linguistico) dei ministeri. Per non dire delle «task force» che incombono ovunque. Si dirà che censurare le parole straniere è da puristi e da provinciali, ma è invece molto più becero accogliere ciò che arriva dall’estero senza nessun filtro critico. Claudio Marazzini, presidente della Crusca, fa notare che il «lockdown» è arrivato in Italia molto prima che a Londra o a New York: forse adottato per evitare il troppo impressionante «segregazione» (ma perché non «isolamento»?), senza sapere che «lockdown» è un termine carcerario americano. O piuttosto siamo corsi a cercare un anglicismo qualunque che avesse un’aura tecnica e quindi rassicurante. Il che conferma che non crediamo né nella nostra lingua né nelle nostre qualità scientifiche. Bisogna invece essere un cittadino lombardo per avere il privilegio di ricevere dalla Regione un sms che segnala la App Allertalom con tono imperativo e insieme confidenziale, da classico populismo digitale (dove il Tu è d’obbligo): «Scarica e compila il questionario anonimo…». A che scopo? «Aiuterai a tracciare mappa contagio». E gli articoli? E le preposizioni? Nessuna traccia. Scaricando, verrai a sapere che la App è stata «già utilizzata per le allerte di Protezione Civile». Niente App per Allerte Protezione Lingua italiana?

Accademia della Crusca Villa medicea di Castello

 

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