#Il Mestiere di Scrivere - Blog » A.A.A. Alternative Agli Anglicismi Feed dei commenti alternate alternate alternate www.luisacarrada.it Iscriviti * www.luisacarrada.it * * * dove Luisa Carrada racconta le sue avventure di editor, copywriter e docente di scrittura professionale, dal lontano 2003 scegli cosa leggere tra oltre 1.500 post scegli per tema brand creatività ferri del mestiere forme e colori le lingue degli altri libri lingua italiana maestri miscellanea on the road pubblicità siti belli e cose utili versi diversi web writing writers life segui il filo di un tag Abby Covert Accademia della Crusca aggettivi Albrecht Dürer Alphonse Mucha Amedeo Modigliani Amos Oz analfabetismo Andrea Vitullo Andy Wharol Anna Proclemer Annamaria Testa appunti architettura dell'informazione ascolto avverbi aziendalese bambini Banksy Barack Obama Beppe Severgnini Bice Mortara Garavelli black list blog Bruno Munari burocratese Caravaggio Carmen Consoli carta vs schermo chiarezza citazioni cluetrain comunicato stampa comunicazione comunicazione della scienza comunicazione politica consapevolezza conversevolezza copywriting Correggio creatività customer care Dacia Maraini Dan Pink Dan Roam Daniel Kahneman David Weinberger diario Diego Velázquez disconnessione dizionari dizionario analogico don milani dueparole ebook Economist Edgard Degas editing editoria Edward Tufte Elias Canetti email Ernest Hemingway eye tracking Fabrizio De Andrè facebook Federico Badaloni Filippo De Pisis fonosimbolismo Fosco Maraini fotografia freelance Garr Reynolds genere femminile George Orwell Georges Simenon Gerry McGovern Giacomo Leopardi Giacomo Mason Giancarlo Livraghi Gianni Berengo Gardin Gianni Rodari Gianrico Carofiglio Giò Ponti Giorgio De Chirico Giorgione giornalismo Giotto Giovanna Cosenza Giovanni Bellini Giovanni Boldini Giovanni Fattori Giovanni Lussu Giuseppe Antonelli Giuseppe De Nittis Giuseppe Pontiggia grammatica guerrilla marketing guide di stile Guy Kawasaki haiku Heath Brothers Henri Matisse incipit india infografica inglese innovazione intervista intranet Isabel Allende ispirazioni Italo Calvino Jack Kerouac Jakob Nielsen James Hillman Jhumpa Lahiri John Maeda Jonathan Franzen Jovanotti leggibilità Leonard Cohen lessico lettura link liste longform Luca De Biase Luca Serianni Luca Sofri Luigi Pintor maiuscole manuali mappe mentali Marc Chagall Marcela Serrano maria emanuela piemontese Maria Lai Mario Calabresi Mario Garcia marketing marketing del turismo Martin Lindstrom Martin Luther King Maryanne Wolf Massimo Birattari Massimo Mantellini meditazione Melania Mazzucco metafora microcontenuti Milena Agus mobile momenti Monica Dengo mostre musei naming Nancy Duarte Natalia Ginzburg Neil MacGregor netiquette neuromarketing Nicoletta Cinotti numeri Orhan Pamuk Pablo Picasso pagina bianca Paolo Iabichino paragrafo passivo Patrizia Cavalli Paul Auster Paul Gauguin Paul Klee piramide rovesciata podcast poesia powerpoint precisione preposizioni presentazioni Primo Levi pronomi public speaking punteggiatura retorica revisione Riccardo Falcinelli ricordi ripetizione ritmo Roberto Cotroneo Roy Bradbury Roy Peter Clark Ryszard Kapuscinski sanscrito scala dell'astrazione scienze della comunicazione scrivere a mano scuola semplificazione Seo Sergio Maistrello Seth Godin silenzio sintassi sintesi sketching social media spazio bianco speech writing Stefano Bartezzaghi Stephen King Steve Jobs Steven Krug Steven Pinker stile storie storytelling tagline technical writing TED tedesco terremoto Tim Berners-Lee tips titoli Tiziano Terzani Tiziano Vecellio tono di voce traduzione Tullio De Mauro typography Umberto Eco università usabilità verbi via visual design visul design vocabolario di base Wassily Kandinsky web writing yoga risali negli anni * 2021 * 2020 * 2019 * 2018 * 2017 * 2016 * 2015 * 2014 * 2013 * 2012 * 2011 * 2010 * 2009 * 2008 * 2007 * 2006 * 2005 * 2004 * 2003 14 Settembre 2018 A.A.A. Alternative Agli Anglicismi “Ognuno parla come vuole, ma per poter scegliere è necessario che le alternative vengano divulgate” è la frase più bella e condivisibile che ho letto sul Dizionario delle Alternative agli Anglicismi, un sito brand new (ooops… nuovo nuovo o nuovo di zecca) che Antonio Zoppetti dedica alle parole straniere di cui sembra che non possiamo più fare a meno. Anche se non ci siamo mai incontrati, seguo Antonio da molti anni, da quando sul web eravamo in quattro gatti e noi che ci occupavamo di scrittura, comunicazione e lingua italiana ci conoscevamo un po’ tutti. Lui la lingua italiana la ama così tanto da aver dedicato un bellissimo libro alla sua difesa contro l’invasione delle parole inglesi, quella che sta trasformando l’italiano in itanglese. Un vero paladino, lancia in resta. Antonio sa che verso le parole straniere io sono molto indulgente e che usarle (senza abusarne) mi piace, e vederle usate nel contesto appropriato non mi scandalizza per niente. Ma, appunto, io scelgo di usarle. Ora riuscirò a farlo ancora meglio. Credevo che con Diciamolo in italiano Antonio avesse dato fondo a tutte le sue conoscenze e proposte in tema di parole straniere, ma il Dizionario è sorprendente per ricchezza, arguzia e passione: (per ora, e siamo agli inizi) 3.500 parole inglesi spiegate, con le possibili alternative in italiano. Suddivise per ambito – da Abbigliamento a Viaggi e Turismo – o ricercabili per singola parola o per iniziale. Che lo consultiamo per trovare un’alternativa italiana, per scoprire parole inglesi che non conosciamo o sul cui significato siamo incerti, o per puro gusto, il Dizionario è una meravigliosa miniera. In alcuni casi ti convince che sì, la parola inglese è irrinunciabile: in profumeria continuerò a chiedere un blush e non un belletto (parola della mia bisnonna) e nemmeno un fard (francesismo della mia giovinezza). In altri, ti fa scoprire una parola nuova come belt bag, ma ti rassicura sul fatto che l’italiano marsupio è perfetta, e molto più evocativa. Mi sono precipitata su outfit e le alternative non mi hanno tanto convinta: tenuta è triste, soluzione di abbigliamento troppo lunga, ma per chi non segue le fashion blogger e non sa cosa voglia dire la spiegazione è perfetta. Come non cercare location? Spiegazione impeccabile e alternative validissime: scena, sfondo, ambientazione, luogo, ambiente, posto, sede, collocazione, area… Ma basta con le frivolezze. Passiamo al Linguaggio aziendale, ben 482 voci. Se per alcune parole all’inglese ci dobbiamo proprio rassegnare, possiamo scoprire che per altre ci sono alternative italiane più precise e più eleganti: Forecast > previsione, stima, pronostico, valutazione, predizione Bonus > premio, gratifica, incentivo, omaggio Commitment > impegno, motivazione, dedizione, senso di appartenenza, fedeltà, forte identificazione Potete sbizzarrirvi nella ricerca, ma anche nelle proposte e nei commenti. Ce n’è per tutti, perché i settori sono 44. Sono sicura che c’è anche il vostro. Che siate puristi ossessivi o accogliate volentieri le new entry, un altro blog che non potete perdere è Terminologia etc, dove Licia Corbolante praticamente ogni giorno pesca dal web e dalla strada gli esempi più vari di uso corretto o distorto dell’inglese nelle nostre vite. E li analizza in modo intelligente, colto e arguto. FacebookTweetLinkedInGoogle+PinEmail Categorie: * le lingue degli altri * lingua italiana Tag:inglese 13 risposte a “A.A.A. Alternative Agli Anglicismi” 1. Sonia ha detto: 14 Settembre 2018 alle 18:23 Oggi mi è capitato di scrivere “player” del mercato. Come ne esco?! Rispondi + Giorgio C ha detto: 14 Settembre 2018 alle 19:12 Quando è capitato a me ho usato in un caso “attore” (era una frase del tipo “gli altri attori presenti in questo segmento di mercato” ) mentre altre volte ho scritto semplicemente “azienda”. Non so se possono calzare nel tuo caso ma spero di essere stato d’aiuto 🙂 Rispondi + Gino Casali ha detto: 18 Febbraio 2019 alle 15:52 un protagonista sul mercato va bene? Rispondi 2. Fiorella Palomba ha detto: 14 Settembre 2018 alle 18:55 Una battaglia aperta, a mio avviso e non vincente, ahi noi. Non vincente per un paio di ragioni: – l’azienda ha promosso anglicismi – le persone pensano di essere moderne se li usano. Sono fortunata perché in azienda il responsabile era professore di italiano e perché AMO la nostra lingua e il suo suono. Certo non uso “belletto”, ma “fine settimana” sì 🌺 Rispondi 3. Ilaria Mazza ha detto: 15 Settembre 2018 alle 11:22 Parlo anch’io da appassionata di lingua italiana, e anche di dialetti. Non ho letto il libro citato, ma da quello che ho capito l’obiettivo dell’autore è difendere la lingua italiana, la sua bellezza, la sua storia. Dimostrare che l’influenza della lingua inglese spesso sostituisce le parole italiane di uso quotidiano, e non sempre è una cosa necessaria. Credo che la nostra lingua sia veramente spettacolare, pregna di storia, di arte, di influenze (appunto) di altri popoli. Dai greci, ai latini, a noi, quello che abbiamo imparato è che la lingua è in continua evoluzione. Cambia di secolo in secolo, e se questo non avvenisse sarebbe un guaio molto serio perchè significherebbe che un popolo sta morendo, e con esso la sua lingua, che verranno sostituiti da altri popoli e altre lingue. Ci sono circa 6000 lingue al mondo, ed è praticamente impossibile che la maggior parte di queste non siano imparentate fra loro. Lo stesso italiano ha molto in comune con l’inglese. E lo stesso italiano non è uguale a quello che si parlava anni fa; e non c’è bisogno di arrivare a Dante, basti pensare a come si diceva quando un ragazzo cercava di entrare nelle grazie di una ragazza: “corteggiare”. Oggi nessuno direbbe “lui le sta facendo la corte”, si dice “ci sta provando” e simili. Sarebbe impensabile cercare di “salvaguardare” la nostra lingua rifiutando le influenze delle altre, perchè la nostra lingua in primis è in continua evoluzione. Ben vengano le parole inglesi, ben vengano le nostre radici Rispondi 4. Annamaria Bergomi ha detto: 15 Settembre 2018 alle 14:52 Bellissimo e molto utile! Faccio la traduttrice e mi viene voglia di leggermelo dalla A alla Z 😉 Grazie mille Luisa Annamaria Rispondi 5. Alessandra Cacciari ha detto: 17 Settembre 2018 alle 21:11 Buffo che utilizziamo bonus come anglicismo, benché sia un termine latino. Della serie: ci rivendono quello che abbiamo già. Rispondi 6. Antonio Cataldi ha detto: 22 Settembre 2018 alle 20:08 Salve, alla signora Luisa Carrada mi permetto di suggerire che sarebbe preferibile – a mio avviso- usare il termine Italinglese invece di Itanglese a proposito dell’invasione delle parole inglesi nella lingua italiana. Cordialmente Rispondi 7. Antonio Cataldi ha detto: 22 Settembre 2018 alle 20:29 Signora Carrada, sarebbe una bella iniziativa (che io ho fatto durante gli anni di insegnamento dell’Inglese nelle scuole italiane) pubblicare un elenco delle parole italiane usate nella lingua inglese nella quale, tuttavia, hanno un significato del tutto diverso. Faccio alcuni esempi: “confetti”- in inglese=coriandoli; “fresco”= affresco; “gentile”=non di razza ebrea, e così via. Sono le cosiddette trap words: ce ne sono a centinaia. Cordialmente Rispondi 8. Pino ha detto: 6 Giugno 2019 alle 9:32 “Bonus” è in latino, dunque perfettamente accettabile. Rispondi 9. Dfghj ha detto: 6 Giugno 2019 alle 9:34 blog.mestierediscrivere….blog…un paradosso non le pare? DIARIO Rispondi 10. Carlo ha detto: 24 Luglio 2020 alle 13:08 Tutti i fonemi angloamericani sono inutili ed hanno corrispettivi in italiano. Week end / fine settimana Lockdown/ confinamento Computer/ elaboratore Gossip/ pettegolezzo Glamour/ affascinante Ecc… Come abbiamo fatto per più di mille anni senza i fonemi inglesi? Benissimo. Cerchiamo di copiare francesi, spagnoli e altri popoli che traducono tutto nelle loro belle lingue! Rispondi 11. Zanne ha detto: 24 Ottobre 2020 alle 5:08 Come madrelingua inglese, per giunta americana concordo completamente con la importanza di proteggere la lingua italiana, anzi tutte le lingue mondiale dalla invasione angloamericana. Rispondi Lascia un commento Annulla risposta Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. 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Dove mi trovi Sul mio sito professionale www.luisacarrada.it su Facebook, Twitter e Linkedin. La mia email è l.carrada@mestierediscrivere.com Privacy Policy 2021 Luisa Carrada - Tutti i diritti riservati p.iva 08482161000 Sviluppo e programmazione Fabio Folgori Share this Article Friend's Email Address ____________________ Your Name ____________________ Your Email Address ____________________ Comments ____________________ (BUTTON) Send Email Email sent!