Presentazione
del Centro di Studio sulle Aree di Frontiera
Il
Centro Udinese di Studi sulle Aree di Frontiera tra età
romana e medioevale si è costituito a partire dalla
precedente esperienza del Centro di Studi Interdisciplinari sulle
Venezie e le Alpi Orientali, Crocevia commerciale e culturale
dall'età preromana all'Alto Medioevo, sito web realizzato
con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia (L.R. 3/98), di
cui rappresenta il conseguente sviluppo applicativo. Il Centro risponde
all'esigenza di concentrare attorno ad un obiettivo preciso le risorse
umane e materiali e le diverse competenze presenti nell'ambito
universitario udinese, e mira a creare un punto di riferimento
riconosciuto a livello nazionale e internazionale. Per tale motivo, il
Centro promuove le ricerche su un tema specifico che è in
stretta consonanza con l'identità storica, culturale ed
economica della regione nella quale si trova ad operare, avviando
proficue sinergie con le realtà amministrative, economiche e
sociali e contribuendo a fare della ricerca universitaria un soggetto
vivo e attivo sul territorio.
La
volontà di costituire un polo culturale e scientifico in
grado di dialogare con le altre realtà culturali regionali e
di catalizzarne le esperienze è all'origine della scelta di
individuare come oggetto privilegiato d'indagine l'argomento quanto mai
attuale delle Aree di Frontiera. In questo ambito, infatti, la storia
politica, economica, sociale e culturale del Friuli
dall'antichità ad oggi trova una sua naturale collocazione.
La posizione geografica di Udine, nel punto in cui le pianure
dell'Italia settentrionale si affacciano alla vallate alpine, ne ha
fatto per secoli il crocevia di culture e popoli diversi e un centro
nevralgico a ridosso di molteplici confini e frontiere, di natura
geografica, politica, etnica, religiosa o culturale. Questo stato di
cose, oltre a fare di Udine un osservatorio privilegiato per lo studio
delle Aree di Frontiera, invita gli studiosi ad allargare il proprio
orizzonte e i propri interessi quanto meno all'intero arco alpino, a
partire da quello nord-orientale, area di confine e, in quanto tale,
zona di contatto e di interscambio tra mondi diversi, la penisola
italica e le terre mediterranee, i paesi dell'Europa centrale, le
regioni balcaniche, rintracciando già in età
romana e medioevale i segni e gli sviluppi di quella "ecumene alpina"
che ha trovato recente espressione, tra l'altro, in organismi
sovranazionali quali le Comunità di Lavoro ARGE-ALP o ALPE
ADRIA.
Nel
momento in cui l'allargamento dell'Unione Europea verso oriente
supplisce al processo di dissoluzione delle precedenti frontiere
politiche e culturali e pone i presupposti per l'intensificarsi delle
relazioni e per lo sviluppo delle regioni e dei centri interessati, le
attività del Centro di Ricerca sulle Aree di Frontiera
intendono fornire importanti stimoli alla comprensione del ruolo della
regione Friuli nel più ampio contesto europeo, mettendone in
luce le radici.
L'attività
del Centro di ricerca scientifica viene dunque a inserirsi nella
realtà economica e culturale della regione Friuli, delle
regioni e delle Euroregioni confinanti, proponendosi inoltre di offrire
agli studenti e ai laureati dell'Ateneo udinese nuove occasioni di
formazione internazionale e insieme di contatto con le
realtà produttive ed economiche. L'obiettivo è
infatti quello di rendere gli studenti sensibili alla lettura dei
diversi aspetti del patrimonio culturale, attraverso il comune lavoro
di docenti formati in ambienti culturali diversi e di arricchire la
formazione attraverso il confronto di tradizioni, metodologie e
prospettive molteplici. Si ritiene infatti che le figure professionali
specializzate nell'ambito della tutela e della valorizzazione del
patrimonio culturale, impiegate nei settori dell'editoria e delle
pubbliche relazioni, necessitino di competenze adeguate all'analisi e
alla divulgazione di informazioni provenienti da fonti eterogenee, di
capacità di individuazione e soluzione di problemi
complessi, di attenzione e rispetto per i diversi contesti sociali,
economici e culturali.
Si
ringrazia il Magnifico
Rettore per il sostegno dato all’iniziativa
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