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È l’episodio di violenza più grave lungo la frontiera tra Libano e Israele dal 2006 e ha fatto le prime vittime dalla fine del conflitto di quattro anni fa. Un tenente colonnello israeliano, almeno due soldati e un giornalista libanese sono rimasti uccisi negli scontri scoppiati stamane. Scatenati, secondo le prime ricostruzioni, dal tentativo di una pattuglia israeliana di tagliare alcuni alberi che si troverebbero in territorio libanese.
In segno di avvertimento, i soldati di Beirut avrebbero sparato colpi in aria, ai quali sarebbe seguita una sparatoria tra militari e un successivo scambio di lanci di mortai. L’Onu, presente nell’area con circa 13.000 peace-keeper – ha fatto appello a entrambe le parti. “Il nostro comandante in capo – ha detto Milos Strugar, Direttore degli Affari Politici e Civili dell’Unifil – è stato in contatto con i vertici dell’esercito libanese e di quello israeliano chiedendo la massima moderazione”.
Un nuovo conflitto potrebbe essere ancora più devastante di quello concluso il 14 agosto 2006, che uccise oltre mille persone, in gran parte civili, in Libano, e quasi 160 in Israele. Hezbollah, sostenuta da Iran e Siria, secondo Israele dispone attualmente di un arsenale di circa 40.000 razzi.
L’Onu ha convocato una riunione d’urgenza per discutere della situazione.
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