La psicologia del lavoro nasce tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo La psicologia del lavoro nasce tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. Ha alle spalle la filosofia del lavoro (sviluppatasi tra la fine del XVIII sec e l'inizio del XIX). Ebbe un maggior sviluppo durante la
rivoluzione industriale quando, il fenomeno delle fabbriche, spingeva a porsi interrogativi sulla qualità della vita dei lavoratori. Nel XVIII sec, infatti, il lavoro era concepito come subordinato all'attività intellettuale. Con l'Idealismo e il
Romanticismo (ossia con l'età moderna) si assistette alla piena valorizzazione del lavoro, considerato un bene in se stesso. In filosofia si sviluppò l'idea, con Hegel, del lavoro come realizzazione dell'uomo. Si possono individuare due ragioni storico-sociali del costo del lavoro: La
divisione del lavoro, positiva in quanto consente la meccanizzazione, e negativa perché il lavoratore è portato a compiere sempre le stesse operazioni. Lo sfruttamento, che comporta la degradazione delle condizioni lavorative e il lavoratore visto come oggetto o pedina. La psicologia del lavoro è legata anche alla medicina del lavoro (infortuni, malattie professionali). La psicologia del lavoro delle origini, infatti, è essenzialmente psicotecnica (applicazione della psicometria e dei test mentali alla
selezione e all'orientamento del personale) e nello studio degli effetti psicologici del lavoro (ebbero un forte impulso durante la prima guerra mondiale). Taylor fu il fondatore dello scientific
management (razionalizzare l'attività lavorativa delle aziende per aumentare la produttività). I suoi principi sono: Per ogni attività umana vanno scelte le persone idonee (principio dell'uomo giusto al posto giusto); Il personale va addestrato al compito specifico da svolgere; Occorre un sistema di incentivi che favorisca il
rendimento massimo (migliore incentivo rappresentato dal pagamento a tariffe differenziali, ossia un
premio se si supera il rendimento medio); L'intera attività aziendale va pianificata da un apposito organo centrale; Occorre cooperazione all'interno dell'azienda. Il Taylorismo si diffuse maggiormente in Unione Sovietica. Qui venne letto in chiave socialista: al servizio dello Stato e per il bene dei lavoratori e prese il nome di Stakhanovismo. Diverse furono le critiche al Taylorismo, soprattutto negli USA, dove incontrò l'opposizione dei sindacati. Mayers, Bartlett e Mayo promossero un'opposizione psicologica: mettevano in discussione la visione meccanicistica alla base della razionalizzazione del lavoro. I punti critici dal Taylorismo riguardano: Le motivazioni (con il sistema di incentivi venivano ignorate le motivazioni intrinseche), non veniva preso in considerazione il punto di vista del lavoratore; La vita affettiva e sociale dell'azienda; Il ribaltamento economico. Mayo condusse la prime ricerche di psicologia sociale dell'organizzazione. Più delle condizioni oggettive contano gli aspetti soggettivi e la vita informale
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