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La nuova frontiera di Benedetto

By Rai Vaticano | Dicembre 24, 2009

Si potrebbe parlare di nuova frontiera di papa Benedetto. Il dialogo tra le religioni è importante, e non bisogna stancarsi di perseguirlo, ma oggi ce n’è un altro da realizzare, forse ancora più importante: quello fra credenti e non credenti.
Ratzinger lo dice davanti ai cardinali riuniti in Vaticano per gli auguri di Natale, occasione nella quale per tradizione il papa fa il bilancio dell’anno trascorso, ricordando le tappe più significative della sua missione. Ed è rievocando il viaggio nella Repubblica Ceca, antica nazione cristiana percorsa oggi da un crescente processo di secolarizzazione, che Benedetto XVI affronta l’argomento. Anche le persone che si considerano agnostiche o atee, dice, devono stare a cuore a noi credenti, il che impone di trovare strade nuove di dialogo, perché a volte “queste persone forse si spaventano” quando sentono che la Chiesa parla di evangelizzazione.
La questione riguardante Dio, secondo Benedetto, è ineludibile per ogni uomo. Ed ha decisive conseguenze sul piano storico, come dimostra il fatto che la cultura occidentale è nata, attraverso il monachesimo, proprio da uomini che cercavano Dio (tema al centro della lezione ratzingeriana tenuta durante la visita a Parigi). La Chiesa ha quindi il compito di tornare costantemente sull’argomento Dio, ed in forme sempre adeguate rispetto ai tempi. Già il profeta Isaia, citato da Gesù, immaginava una parte del tempio come un luogo in cui consentire la preghiera a popoli diversi e nel quale i gentili (i non israeliti) potessero rivolgersi al Dio sconosciuto. I credenti convinti e praticanti potevano accedere al tempio per celebrarvi i misteri, gli altri, i lontani, potevano entrare nel “cortile dei gentili”, così da avere anche loro un dialogo con Dio, sia pure in un modo diverso e nonostante le “oscurità” che li caratterizzavano. Ecco, dice Benedetto, oggi dovremmo fare qualcosa del genere: un moderno “cortile” in cui consentire ad atei e agnostici di avvicinare Dio sia pure in quanto sconosciuto.
E’ una proposta-provocazione culturale dai contorni suggestivi. Ricorda un po’ la cattedra dei non credenti alla quale il cardinale Carlo Maria Martini diede vita nei suoi anni milanesi ed è in linea anche con il lavoro che il cardinale Camillo Ruini sta realizzando con il suo progetto culturale (si veda il convegno di qualche tempo fa a Roma), all’interno del quale c’è spazio per un confronto anche con tutti quelli che, pur dicendosi atei o agnostici, avvertono la nostalgia di Dio.
Benedetto, che in questi anni, specie negli incontri con i suoi collaboratori, ha chiesto spesso di andare all’essenziale tralasciando tutto ciò che non fa parte del compito di chi è chiamato a portare Dio nel mondo, anche nel discorso tenuto nel solenne scenario della sala Clementina ribadisce questa urgenza.  
Come sacerdoti, dice Benedetto XVI ai cardinali e ai membri della curia romana, siamo a disposizione di tutti, sia per coloro che conoscono Dio da vicino, e ne sperimentano l’attenzione amorevole, sia per coloro che lo considerano come “lo Sconosciuto”. Di qui l’augurio di Natale del papa: essere sempre di più amici di Cristo e di Dio, per poter essere veramente “sale della terra e luce del mondo”.    

Aldo Maria Valli

Topics: Opinioni e contributi | 2 Comments »

2 risposte per “La nuova frontiera di Benedetto”

  1. Laura Tonti Parravicini scrive:
    Gennaio 7th, 2010 alle 05:57

    Ad Aldo Maria Valli
    e Sergio Stagnaro

    Gesù si fa presente nella storia e chiede di essere accolto con fede.

    Leggete Isaia (60, 1-6), ove il profeta parla a Gerusalemme: “Alzati, rivestiti di luce, perchè viene la tua luce…cammineranno le genti alla tua luce…uno stuolo di cammelli ti invaderà.”

    Dio è solo la nostra “illusione” se tenuto lontano dalla vita. I magi adorarono in silenzio il Signore e non come peccatori convertiti. Gesù è venuto nella storia PER TUTTI, chiama non a una nuova religione, ma ALLA VITA. (leggete anche il Salmo 80).

    Strettamente personale
    Laura Tonti Parravicini

  2. Sergio Stagnaro scrive:
    Dicembre 24th, 2009 alle 14:15

    Non vorrei sembrare impertinente – sto leggendo di Papa Benedetto XVI L’elogio della coscienza, Ed. Cantagalli e lo trovo perfettamente in linea con la mia Weltanshauung di sempre – se affermo che prima di realizzare quanto ottimamente scrive Aldo Maria Valli a proposito dei nobili suggerimenti del Santo Padre, occorre che ognuno di noi “cristiani”, ascoltata la componente regolativa, normativa, della nostra coscienza (io parlerei di coscienza “morale”, contrapposta alla “noetica”) rivolgesse corentemente e decisamente la propria volontà alla attuazione della sua riconversione, primo passo per quella “imitatio Dei”, di cui parla inascoltato San Francesco. In altre parole, prima di ogni epocale impresa dello Spirito (dialogo con appartenenti ad altre religioni, con laici, con atei) noi cristiani, come Raoul Follerau, dovremmo caricarci sulle nostre spalle la sofferenza cosmica, incluso il Terrorismo Psicologico Jatrogenetico (Chiedere a Google), del quale neppure sentiamo la desolante presenza. Buon Natale.

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